Di Danilo Guenza
Alla Festa del Bio di Bologna, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la dottoressa Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio, che ha offerto una panoramica completa delle sfide e delle opportunità legate al settore biologico italiano, un comparto in forte crescita produttiva ma ancora frenato dal basso consumo interno.
Il ruolo di AssoBio e la differenza con FederBio
AssoBio rappresenta oltre 140 imprese di trasformazione biologica italiane, che includono sia piccole che grandi aziende. L’associazione lavora in sinergia con la grande distribuzione, tra cui colossi come NaturaSì, per promuovere la diffusione dei prodotti bio non solo in Italia ma anche all’estero. La principale differenza con FederBio, spiega Maffini, è che quest’ultima raggruppa anche aziende agricole, mentre AssoBio si focalizza principalmente sulla trasformazione e distribuzione.
Il paradosso del biologico in Italia: produzione vs consumo
Nonostante l’Italia sia un leader mondiale nella produzione agricola biologica, con una quota che si avvicina al 25% del totale nazionale, il consumo interno di prodotti bio è ancora molto limitato. Solo il 3% del cibo consumato nel Paese è biologico, un dato che ci pone indietro rispetto a molti paesi europei. Di conseguenza, una significativa parte della produzione italiana viene esportata. Questo squilibrio evidenzia la necessità di sensibilizzare maggiormente il consumatore italiano sui benefici del bio.
Comunicare l’importanza del biologico
Uno degli obiettivi principali di AssoBio è diffondere maggiore consapevolezza sui prodotti biologici, non solo dal punto di vista della salute personale, ma anche per l’impatto positivo sull’ambiente. L’agricoltura biologica, infatti, utilizza metodi che rispettano maggiormente l’ecosistema, sia nel campo vegetale che animale. Tuttavia, come sottolinea Maffini, c’è ancora molta strada da fare in termini di comunicazione: molti consumatori non sanno riconoscere il marchio biologico europeo, la “fogliolina verde” presente sui prodotti certificati.
Le richieste alle istituzioni: riduzione IVA e maggiori investimenti
Maffini ribadisce l’importanza del supporto istituzionale per favorire lo sviluppo del settore biologico. AssoBio e FederBio, in un lavoro coordinato, hanno già richiesto maggiori fondi per la ricerca e una riduzione dell’IVA su alcuni prodotti, come quelli per la prima infanzia, ritenendo che un’azione concreta in tal senso sia fondamentale per incentivare il consumo. L’agricoltura biologica, sottolinea, è il futuro per la sostenibilità del pianeta.
Il caso Mielizia: un esempio di apicoltura biologica in difficoltà
Maffini, oltre a presiedere AssoBio, è anche direttore generale di Mielizia, cooperativa di apicoltori con 45 anni di esperienza. Mielizia rappresenta l’unica filiera italiana del miele, ma la situazione nel settore è critica. Negli ultimi tre anni, le produzioni di miele sono drasticamente diminuite a causa del cambiamento climatico, con cali che superano il 50%. Gli inverni troppo miti e le gelate primaverili stanno compromettendo la raccolta del miele, un settore vitale non solo per i prodotti apistici, ma per l’intera agricoltura, dato che le api sono impollinatori fondamentali.
Il pericolo delle frodi sul miele
Un altro problema che affligge il settore è la massiccia importazione di miele adulterato, una delle frodi alimentari più diffuse al mondo. Maffini denuncia la difficoltà nel rilevare il falso miele, che viene spesso miscelato con quello vero in quantità minime, rendendo complicato identificarlo. Questo mercato fraudolento, con un rapporto di prezzo tra il vero miele italiano e quello contraffatto di uno a dieci, mette in ginocchio i produttori locali.