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#partita la campagna elettorale per le elezioni europee
Il famoso megafono di Totò, Vota Antonio, Vota Antonio, si modernizza ed entra di prepotenza nel lagone politico italiano, ma con lo sguardo proiettato verso le elezioni europee. Eppure essere un parlamentare europeo oggi potrebbe avere un ruolo di grande rilevanza per quello che l’Europa rappresenterà nei prossimi 5 anni per quanto riguarda, guarda caso, la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale. Ma in Italia questi problemi sembrano assai lontani. La politica in Italia per quanto riguarda i grandi temi, uno a caso, la salvezza del pianeta ha un atteggiamento negativo in molti casi. Ricordiamo per esempio che tutte le ultime risoluzioni in favore della transizione ecologica sono stati bocciati dai rappresentanti in Europa della maggioranza che ci governa. O talmente scettici che è meglio non parlarne, tanto si vedrà e qualcuno coraggioso sicuramente ci metterà la faccia chiedendo sacrifici e cambio di stile di vita al posto loro, una situazione poco incoraggiante e che non ha eguali nelle altre nazioni chiamate alle urne.

 

#problematico lo smaltimento dei rifiuti in Romania
La Romania fa fatica a smaltire i rifiuti in modo corretto. Secondo la Commissione Europea, la Romania ha chiuso e riabilitato con successo 92 discariche e ha in programma di intervenire su altre 5 entro il 2026-2028. La situazione tuttavia per altre quattro rimane incerta nonostante gli obiettivi ambiziosi di inviare meno del 10% dei rifiuti solidi urbani generati alle discariche entro il 2035. 

 

#i cittadini britannici comprendono poco i termini di sostenibilità
Uno studio ha rivelato che la maggior parte dei cittadini britannici non conosce le terminologie legate alla sostenibilità. Una nuova ricerca ha scoperto che la maggioranza delle persone del Regno Unito ha difficoltà a comprendere il linguaggio chiave legato alla crisi climatica e alle politiche ambientali. Solo un quarto dei britannici intervistati ha dichiarato infatti di capire chiaramente cosa si intende per “verde” e un gruppo simile non è stato in grado di definire il termine “sostenibile”. Gli intervistati hanno indicato anche di non comprendere chiaramente le politiche governative, volte a ridurre gli sprechi, e una percentuale ancora più bassa sapeva definire con sicurezza il termine plastica monouso. La ricerca ha anche evidenziato che i giovani tra i 18 e i 24 anni hanno ovviamente una migliore comprensione dei termini diffusi riguardanti il clima e le politiche ambientali.

 

#Asics e Terra Cycle
Asics ha disegnato delle scarpe pensate per essere distrutte e riciclate. Le scarpe Nimbus Mirai di Asics sono riciclabili per l’87,3% secondo quanto dichiarato dall’azienda. Il 24% della suola ammortizzata include materiali rinnovabili tra cui scarti di lavorazione della canna da zucchero. Ogni paio ha un codice QR su una linguetta che istruisce i consumatori a portare le vecchie scarpe in un negozio Asics o a spedirle negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Giappone, Australia o Nuova Zelanda. Le scarpe usate verranno raccolte da Terra Cycle, il partner di riciclaggio di ASICS, che le smonterà e riciclerà. La suola diventerà pallet per essere utilizzata come materiale per cartelli e tappeti dei negozi, mentre il materiale superiore sarà trasformato in filati per creare la parte superiore di nuove paie di scarpe. La Terra Cycle ha sviluppato un processo di smontaggio e riciclo a circuito chiuso che permette di recuperare e riciclare tutte le parti delle scarpe.

 

 

A cura di Fabio Cortese e Marco Barone

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