Perché è importante saper comunicare la transizione

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Di Danilo Guenza

Nell’era della transizione economica e industriale verso modelli più sostenibili, la comunicazione gioca un ruolo cruciale. Come è possibile comunicare in modo efficace la necessità di un cambiamento così complesso senza cadere in toni allarmistici o ideologici? È questa una delle sfide principali affrontate da aziende e istituzioni, e ne ha parlato Marco Pogliani, esperto di comunicazione, in un’intervista per la rubrica Guarda un asino che vola! a cura di Danilo Guenza su Comcode 23 Radio.

La sensibilità verso l’ambiente e la comunicazione obbligata

Secondo Pogliani, oggi è impossibile ignorare i temi della sostenibilità ambientale. La pressione mediatica e sociale su queste questioni è tale che anche chi è scettico si trova costretto a farne parte del proprio discorso. Questo, però, ha portato anche a una “solidificazione” del dibattito, che spesso lascia poco spazio a opinioni divergenti.

Il rischio, come sottolinea Pogliani, è che si crei una sorta di “pensiero unico” in cui non è possibile discutere soluzioni alternative o approcci diversi senza essere etichettati come negazionisti. La vera sfida per la comunicazione, quindi, non è solo quella di informare, ma di farlo in modo che il dibattito rimanga aperto e inclusivo.

Comunicazione: tecnica o cultura?

Pogliani critica l’eccessiva tecnicizzazione della comunicazione negli ultimi decenni. Secondo l’esperto, la comunicazione è stata trattata come una semplice tecnica, un processo meccanico in cui si applicano metodi standardizzati senza tener conto delle diversità culturali e sociali dei destinatari. Questo approccio finisce per produrre messaggi tutti uguali e poco efficaci. “Il vero problema,” afferma Pogliani, “è che la funzione culturale della comunicazione si è un po’ persa.” Questo significa che la creatività, la capacità di innovare e di trovare strade diverse per comunicare si sono ridotte, rendendo la comunicazione meno efficace e meno coinvolgente.

La complessità dei temi e il rispetto del target

Uno degli aspetti più delicati è la semplificazione di temi complessi come la transizione ecologica. Pogliani mette in guardia contro il rischio di semplificare eccessivamente questi temi, al punto da generare confusione o allarmismi ingiustificati. Il rispetto del target è fondamentale: non si possono inviare messaggi identici a pubblici diversi, soprattutto quando si tratta di argomenti così sensibili.

Pogliani sottolinea che, oltre ai temi ambientali, ci sono altri valori che non devono essere trascurati, come l’onestà, la responsabilità e il rispetto per l’individuo. “Se si assolutizza un unico concetto,” avverte, “si rischia di oscurare tutto il resto, rendendo la comunicazione unidirezionale e povera di contenuti.”

Alla domanda su quale sia il tono più efficace per un’azienda o un’istituzione nel comunicare con il pubblico, Pogliani non ha dubbi: il tono deve essere dialogante. “Non esiste una parte che detiene la verità assoluta,” sostiene. È necessario favorire il dialogo e il confronto, evitando di trasmettere un messaggio che suggerisca di avere già tutte le risposte. Solo attraverso un approccio aperto e non dogmatico è possibile coinvolgere il pubblico e affrontare le sfide della sostenibilità con una prospettiva costruttiva.

Il ruolo della cultura e dell’arte nella transizione

Infine, Pogliani riflette sul ruolo della cultura e dell’arte nella transizione ecologica e industriale. Negli anni ’70 e ’80, la cultura era riconosciuta come un motore fondamentale per il cambiamento sociale, ma oggi sembra che questo ruolo sia stato ridimensionato. Inoltre, auspica un ritorno a quel modello, in cui la cultura possa nuovamente essere un punto di riferimento per affrontare i grandi temi del nostro tempo, in particolare la sostenibilità.

 

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