Di Danilo Guenza
In occasione dell’IFIB (Italian Forum on Industrial Biotechnology and Bioeconomy) tenutosi a Bologna, abbiamo avuto il piacere di intervistare la dottoressa Elena Sgaravatti, Vicepresidente di ASSOBiotech e fondatrice di Plantare. Durante l’intervista, la dottoressa ha discusso l’importanza della bioeconomia e delle biotecnologie nel contesto del cambiamento globale e della transizione verso un’economia sostenibile.
L’Importanza dei prodotti bio-based
Le biotecnologie e i prodotti bio-based stanno vivendo un momento di grande attenzione, sottolinea la dottoressa Sgaravatti. Recenti iniziative europee, come il Biotech Act e il rapporto di Mario Draghi, evidenziano come la crescita economica futura si basi sempre più su soluzioni sostenibili. La bioeconomia rappresenta una risorsa chiave per questa trasformazione, utilizzando risorse rinnovabili, come scarti e sottoprodotti, in antitesi all’economia lineare basata sull’uso di risorse fossili.
Secondo le previsioni, il mercato globale delle biosoluzioni triplicherà entro il 2028, passando da 485 miliardi a 1447 miliardi di dollari, mentre in Europa si prevede un aumento da 137 miliardi a 418 miliardi. Questa crescita sosterrà la creazione di nuovi posti di lavoro e promuoverà la transizione verso un’economia circolare, un sistema rigenerativo che favorisce l’utilizzo delle risorse naturali e il rispetto della biodiversità.
Le Sfide del Settore bio-based: Accesso al Mercato e Regolamentazione
Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo della bioeconomia in Europa è il lungo processo di accesso al mercato dei prodotti bio-based. Mentre in altre parti del mondo l’introduzione di questi prodotti richiede in media 2-5 anni, in Europa questo tempo può estendersi fino a 10 anni, triplicando i tempi necessari. Questo rallentamento influisce negativamente sugli investimenti e costringe molte startup europee a spostare il loro know-how all’estero, perdendo così valore aggiunto.
Secondo la dottoressa Sgaravatti, una delle soluzioni è ridisegnare il framework regolatorio europeo. Le attuali normative non sono state pensate per i prodotti bio-based, ma per tecnologie e processi tradizionali. Diventa quindi essenziale adottare un approccio che focalizzi l’attenzione non tanto sul processo di produzione, ma sulla sicurezza del prodotto finale. Questo permetterebbe di accelerare il percorso verso il mercato, mantenendo alti standard di sicurezza.
La Necessità di una Narrazione Corretta
Un altro tema fondamentale trattato durante l’intervista è la narrazione legata alla bioeconomia. “Il linguaggio è cruciale”, afferma Sgaravatti, sottolineando l’importanza di fornire informazioni corrette e trasparenti a tutti i livelli, dai parlamentari ai cittadini. Esiste una forte necessità di promuovere una comunicazione che chiarisca cos’è la bioeconomia e i benefici dei prodotti bio-based, riducendo la diffusione di notizie errate o incomplete.
La BioSolution Coalition, di cui ASSOBiotech è membro fondatore, sta lavorando proprio su questo fronte. La coalizione ha il compito di creare una narrativa positiva e basata su fatti concreti, diffondendo la consapevolezza sull’importanza delle biosoluzioni, prodotti sostenibili ispirati alla natura e ottenuti da microorganismi come batteri, funghi ed enzimi.
Il Futuro del Green Deal Europeo
Con la nuova Commissione Europea in carica, ci si interroga se il Green Deal, il piano per rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, possa essere implementato nei tempi previsti. La dottoressa Sgaravatti esprime preoccupazione per la diminuzione della sensibilità verso queste tematiche, ma rimane fiduciosa. Come sottolineato da leader come Mario Draghi e Ursula von der Leyen, la strada verso la sostenibilità è tracciata, e non ci sono alternative: se vogliamo raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, dobbiamo agire rapidamente e in modo deciso.