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Siccità cronica: in Sicilia non c’è (mai) acqua

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Di Danilo Guenza

Sicilia, terra di bellezze e contraddizioni: tra siccità e turismo

La Sicilia, con le sue splendide coste e il ricco patrimonio storico e culturale, è da sempre meta ambita per il turismo internazionale. Tuttavia, dietro l’immagine da cartolina che attira milioni di visitatori, si cela una realtà ben diversa, intrisa di contraddizioni e sfide irrisolte, come quella della siccità. Uno dei problemi più gravi, ma meno conosciuti, che affligge l’isola è proprio la gestione delle risorse idriche, un tema che riguarda tanto la vita quotidiana dei siciliani quanto l’industria turistica.

Nell’intervista condotta da Code 23 Radio con il giornalista Attilio Bolzoni, emerge chiaramente come la crisi idrica siciliana sia un problema antico, mai risolto, che continua a penalizzare non solo gli abitanti dell’isola, ma anche il settore turistico. L’articolo di Bolzoni su Domani, dal titolo provocatorio “Sicilia e siccità: la terra da cartolina, assetata di acqua e gonfia di ipocrisia”, fa riflettere sulla persistente emergenza idrica e sull’ipocrisia di una narrazione che spesso minimizza o ignora questi problemi per salvaguardare l’immagine dell’isola agli occhi dei turisti.

La cronaca idrica della Sicilia

Attilio Bolzoni, autore di inchieste di grande rilievo, rivela che il suo percorso giornalistico è iniziato proprio scrivendo articoli sull’acqua. Nato e cresciuto a Caltanissetta, una delle zone più colpite dalla crisi idrica, Bolzoni racconta di come, negli anni ’70, l’acqua fosse un bene raro e prezioso. L’acqua arrivava solo una volta ogni dodici o quindici giorni, e le famiglie si adattavano a questa scarsità con bidoni e serbatoi per raccogliere ogni goccia disponibile.

Un problema che ha radici profonde, risalente a decenni fa, e che coinvolgeva anche città come Palermo, dove, pur essendoci abbondanti riserve idriche nel sottosuolo, la distribuzione era mal gestita. Questa situazione, secondo Bolzoni, ha trasformato l’acqua in un vero e proprio “bene privato”, con un sistema di distribuzione che favoriva interessi particolari e il controllo privato delle risorse idriche. Nel corso dell’intervista, Bolzoni introduce il concetto di “fontanieri”, individui che, in Sicilia, detengono il potere sull’acqua. In città come Agrigento, definita “capitale della sete”, i fontanieri sono più influenti dei sindaci, poiché possiedono le “mappe del tesoro”, ossia le informazioni dettagliate sulle condutture idriche. A testimonianza di questo potere, Bolzoni cita il caso del signor Cimino, noto per la vendita di cisterne d’acqua (le cosiddette “bonze”), pratica comune tra i cittadini di molte aree che, diffidando delle società di distribuzione, preferiscono acquistare l’acqua privatamente.

Nonostante gli scandali legati alla gestione dell’acqua, come quello che ha coinvolto la società Girgenti Acque, accusata di gravi irregolarità, la situazione non sembra essere migliorata. Secondo Bolzoni, il prezzo dell’acqua in alcune aree della Sicilia può essere fino a quattro volte superiore rispetto a quello di altre città italiane, come Milano.

La sfida del turismo e l’impatto della crisi idrica

Un aspetto preoccupante è il legame tra crisi idrica e turismo. Bolzoni sottolinea come le strutture alberghiere e turistiche dell’isola siano costrette a comprare l’acqua da fonti private, come i fornitori di cisterne. Questa dinamica non solo aumenta i costi di gestione, ma ha anche un impatto sull’esperienza turistica. Infatti, l’allarme siccità degli ultimi anni ha già iniziato a influenzare negativamente il flusso turistico, con un numero crescente di visitatori che decide di evitare la Sicilia per timore di disagi.

Le difficoltà non riguardano solo i servizi per i turisti, ma anche settori vitali come l’agricoltura e l’allevamento. La carenza d’acqua ha portato alla morte di animali e ha messo in ginocchio le coltivazioni in molte zone dell’isola, aggravando ulteriormente la crisi economica e ambientale.

Il cambiamento climatico e la mancanza di pianificazione

Il cambiamento climatico, con i suoi effetti sempre più visibili anche in Sicilia, sta aggravando la situazione. Eventi meteorologici estremi, caratterizzati da brevi ma intensissime piogge, rendono necessaria una pianificazione a lungo termine per la raccolta e la gestione delle risorse idriche. Tuttavia, come sottolineato nell’intervista, manca una visione politica lungimirante e una capacità di progettazione adeguata. Nonostante le promesse e le dichiarazioni ottimistiche, la classe politica siciliana sembra incapace di affrontare efficacemente il problema. Un punto cruciale che emerge dall’intervista è l’importanza di una corretta informazione. Bolzoni critica l’eccessiva comunicazione, spesso superficiale e promozionale, che tende a nascondere o minimizzare i problemi reali. Secondo lui, il ruolo del giornalismo dovrebbe essere quello di raccontare i fatti con onestà, anche se questo può risultare allarmante o controproducente per l’immagine turistica dell’isola.

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