Di Danilo Guenza
Nel cuore della Sardegna, precisamente nel comune di Lodè, Gianni Mele produce uno dei formaggi più autentici e preziosi dell’isola: il Casu e Babbu. Questo pecorino dell’Alta Baronia non è solo un prodotto caseario, ma una vera e propria espressione di cultura, tradizione e legame con la terra. In un’intervista rilasciata durante una trasmissione di Radio 23, Gianni ha raccontato la storia dietro questo formaggio unico e il suo impegno nella valorizzazione di un patrimonio che affonda le radici nel passato.
Il Casu e Babbu è un formaggio a latte crudo, non pastorizzato, prodotto secondo le antiche tecniche tramandate di generazione in generazione. Questo pecorino si distingue per la sua purezza: viene realizzato senza fermenti aggiunti, lasciando che la flora batterica naturale del latte sviluppi aromi e sapori unici, legati indissolubilmente al territorio e alla stagione. La lavorazione è completamente artigianale, con un rispetto quasi religioso per la natura e per il ciclo di vita degli animali.
Come spiega Gianni Mele, la qualità del formaggio è frutto di un equilibrio perfetto tra pascoli naturali, passione e un’attenzione meticolosa all’igiene durante la mungitura. “È un formaggio che prende la sua strada, diventa unico, nel bene e nel male, ma unico di chi lo fa e della zona”, afferma con orgoglio.
Una Tradizione Familiare che Resiste al Tempo
Gianni non è solo un produttore di formaggio, ma il custode di una tradizione familiare che risale ai tempi dei suoi avi. Nonostante una carriera decennale come agente di polizia penitenziaria, la passione per la terra e per il lavoro di pastore lo ha riportato alle sue radici. “Alla fine la passione ha vinto”, dichiara Gianni, spiegando come abbia deciso di abbandonare un posto fisso per dedicarsi completamente all’azienda agricola di famiglia. Con 250 pecore allevate su circa 70-80 ettari di terreno, Gianni continua a produrre il Casu e Babbu, con l’obiettivo di tramandare ai suoi figli non solo un mestiere, ma un vero e proprio patrimonio culturale. “Il mio fine è quello di tramandare quello che ho conosciuto dal mio padre, quello che con gli anni ho cercato di capire e migliorare”, racconta.
Un Successo che Supera i Confini Regionali
Nonostante la produzione limitata, il Casu e Babbu ha saputo conquistare il palato di molti, tanto da essere esportato anche fuori dall’Italia, fino a Parigi. La collaborazione con gruppi di acquisto solidale e con commercianti attenti alla qualità ha permesso a questo formaggio di nicchia di farsi conoscere oltre i confini sardi. “Non è Km zero, ma è una relazione diretta tra produttore e consumatore”, sottolinea Gianni.
Questo successo è anche il risultato del sostegno di Slow Food, un’organizzazione che promuove la tutela della biodiversità alimentare e che ha supportato i pastori sardi durante le proteste del 2019, quando il prezzo del latte era sceso a livelli insostenibili. Gianni, definendo il latte “oro bianco”, evidenzia l’importanza di riconoscere il valore di prodotti genuini, frutto di una lavorazione tradizionale e naturale, in un mondo sempre più dominato dall’industrializzazione.
Il Casu e Babbu non è solo un formaggio, ma un simbolo della resistenza culturale e agricola della Sardegna. In un’epoca in cui il ritorno alla terra e alle tradizioni sta diventando sempre più raro, la storia di Gianni Mele e del suo pecorino ci ricorda l’importanza di preservare e valorizzare il nostro patrimonio, non solo per noi stessi, ma per le future generazioni.