Nel 1953, Oppenheimer, inventore della bomba atomica, tenne un famoso discorso dove spiegava che le armi nucleari avevano rivoluzionato la politica estera del pianeta. Non era possibile difendersi da esse, diceva. Unica alternativa era la deterrenza, ossia scoraggiare gli avversari con la minaccia della distruzione certa. Oppenheimer in realtà si rivolgeva al neo-eletto Presidente degli Stati Uniti, Eisenhower cresciuto tra i pacifisti Mennoniti, una setta protestante che rifiuta la guerra, che decise di preparare un solenne discorso pronunciando alle Nazioni Unite, quello che sarebbe passato alla storia come uno dei discorsi più significativi del XX secolo. Tutti i paesi, dopo un breve silenzio seguito al termine del suo discorso, paesi musulmani o cristiani, capitalisti o comunisti, si alzarono in piedi e applaudirono per dieci minuti di fila. Ma questa speranza non durò a lungo. Tempo dieci anni e sarebbe iniziata la guerra all’energia nucleare. Una guerra dichiarata dagli interessi dei produttori di energie fossili quali carbone, petrolio, gas, e combattuta anche attraverso organizzazioni ambientaliste. Questo e molto altro, scrive Michael Shellenberger nel suo libro L’Apocalisse può attendere. Un testo che fa luce attraverso un approccio scientifico, razionale e laico, su molti temi cari all’ambientalismo come appunto i reali rischi e benefici legati all’energia atomica sviluppata e utilizzata a fini pacifici, unica fonte ad emissioni zero in grado di soddisfare le reali esigenze di energia richiesta dagli abitanti del pianeta. Ma il libro tratta anche molte altre questioni controverse legate allo sviluppo delle energie alternative e rinnovabili, dal green al fast fashion al tema della conservazione delle specie selvatiche rapportata ai territori e alle economie delle popolazioni che li abitano. Un testo che è una critica ad un ambientalismo militante, spesso di maniera ideologizzato e a volte animato e finanziato da interessi torbidi.
A proposito di questo libro Michael Shellenberger dice “Abbiamo un disperato bisogno di sapere come stanno davvero le cose. Ho deciso di scrivere questo libro perché mi sono stancato di esagerazione, allarmismi ed estremismi, nemici di un ambientalismo positivo, umanistico e razionale. Perché la questione ambientale è troppo spesso posta in termini apocalittici? Per quale ragione talvolta vengono rifiutate le soluzioni più ovvie per affrontarla e quando l’ecologismo romantico è diventato la nuova religione del nostro tempo?”
Il libro di oggi è “L’ apocalisse può attendere. Errori e falsi allarmi dell’ecologismo radicale” di Michael Shellenberger (Marsilio editore).