Di Danilo Guenza
Alla Festa del Bio di Bologna abbiamo incontrato Andrea Ferrarini, rappresentante dell’azienda agricola Bio Ferrarini, realtà specializzata in agricoltura biologica da oltre 25 anni. Situata nella Bassa Modenese, nei pressi di Mirandola, Bio Ferrarini si distingue per l’adozione di pratiche sostenibili, dalla rotazione delle colture fino all’allevamento di Angus, integrando un modello di economia circolare che contribuisce non solo alla qualità del suolo, ma anche alla lotta contro il cambiamento climatico.
Un Modello di Agricoltura Circolare
Bio Ferrarini segue un approccio olistico alla gestione agricola. Come spiega Ferrarini, l’azienda coltiva una vasta gamma di ortaggi — dai fagiolini alle cipolle, dai meloni ai cereali come grano e soia. Oltre alla coltivazione, ha recentemente avviato un progetto di allevamento biologico di Angus, che non solo valorizza i prodotti locali, ma chiude il ciclo di produzione grazie all’uso del letame come fertilizzante naturale. “Vogliamo chiudere la circolarità aziendale all’interno della nostra impresa,” sottolinea Ferrarini, evidenziando l’importanza dell’autosufficienza in un contesto agricolo biologico.
Bio Ferrarini e il Mercato Estero
Nonostante l’Italia sia il primo Paese europeo per superficie agricola dedicata al biologico, il consumo interno resta limitato rispetto ai mercati del Nord Europa, come Svizzera, Germania e Danimarca, dove Bio Ferrarini esporta buona parte della sua produzione. “I consumatori esteri sono più preparati e sensibili a questi temi,” afferma Ferrarini, sottolineando la necessità di educare il pubblico italiano per far comprendere il valore aggiunto di prodotti biologici, sia in termini di qualità che di impatto ambientale.
L’Impatto Sociale e la Sfida del Cambiamento Climatico
Un tema centrale nell’intervista è l’impatto sociale dell’agricoltura biologica. Ferrarini ricorda che, rispetto all’agricoltura industriale, il biologico richiede più manodopera, poiché molte operazioni, come l’estirpamento delle erbe infestanti, devono essere eseguite manualmente. Questa maggiore intensità di lavoro genera anche un valore sociale, creando posti di lavoro e preservando tecniche tradizionali. “Il consumatore deve comprendere che il prodotto biologico ha un costo maggiore proprio per queste ragioni,” precisa Ferrarini.
La sostenibilità è un altro pilastro della filosofia di Bio Ferrarini, soprattutto in un’epoca segnata dal cambiamento climatico. L’erosione del suolo e i cambiamenti meteorologici imprevedibili sono diventati sfide quotidiane per gli agricoltori, e l’adozione di pratiche rigenerative è fondamentale per contrastarne gli effetti. “L’agricoltura ha un ruolo chiave nel mantenimento della salute del pianeta,” afferma Ferrarini, evidenziando come il loro approccio contribuisca a mitigare gli impatti ambientali negativi.
Il Futuro del Biologico in Italia
Nonostante le difficoltà, Ferrarini si dice ottimista riguardo al futuro dell’agricoltura biologica in Italia. Tuttavia, sottolinea che è necessario un impegno maggiore da parte delle istituzioni e una maggiore trasparenza nella comunicazione verso i consumatori. “Se viene dato il giusto valore aggiunto al sudore degli agricoltori, possiamo avere un futuro sostenibile senza pesare troppo sul sociale,” conclude.
L’intervista con Andrea Ferrarini ci ricorda l’importanza di sostenere un’agricoltura sostenibile e biologica, non solo per migliorare la salute del nostro pianeta, ma anche per garantire un futuro economico equo per i produttori. Educare i consumatori sulla qualità e sul valore dei prodotti biologici è fondamentale per aumentare la domanda interna e, di conseguenza, stimolare ulteriori investimenti nel settore.