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Apicoltura sostenibile e clima: la sfida di Api Selvatica

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Di Danilo Guenza

Nel panorama sempre più complesso dell’economia circolare e dell’agricoltura sostenibile, l’apicoltura rappresenta una pratica chiave non solo per la produzione di miele, ma anche per la tutela della biodiversità. A raccontarcelo è Viola Servi, fondatrice di Api Selvatica e presidente di uno dei distretti biologici dell’Emilia Romagna, che ci ha spiegato come le api siano al centro di un ecosistema delicato, fortemente influenzato dai cambiamenti climatici e dalle pratiche agricole intensive.

Apicoltura sostenibile: una scelta oltre il biologico

Viola Servi preferisce definire la sua apicoltura come sostenibile piuttosto che semplicemente biologica. La differenza principale risiede nel rifiuto del nomadismo, una pratica comune in apicoltura che prevede lo spostamento delle api per seguire le fioriture stagionali. Questo metodo, spiega, può compromettere l’equilibrio tra le api e l’ambiente locale. “Il mio obiettivo è mantenere un equilibrio stabile tra l’alveare e il suo ecosistema circostante”, afferma Servi. La sua scelta di non spostare le api punta a produrre un miele locale che rispetti i ritmi naturali del territorio.

Cambiamenti climatici: un nemico difficile da combattere

L’apicoltura oggi si trova ad affrontare sfide sempre più difficili a causa dei cambiamenti climatici. Servi racconta come le condizioni meteorologiche estreme, con inverni sempre più miti seguiti da gelate tardive, abbiano un impatto devastante sulla salute degli alveari e sulla produzione di miele. “Gli inverni caldi fanno sì che le api riprendano l’attività troppo presto, esponendole alle gelate che distruggono le fioriture essenziali per la loro sopravvivenza,” spiega. Queste anomalie climatiche, unite a piogge improvvise e prolungate, hanno ridotto drasticamente la produzione di miele, in alcuni casi fino al 50%.

Agricoltura intensiva e pesticidi: una minaccia per le api

Oltre ai cambiamenti climatici, le api devono far fronte all’impatto negativo dell’agricoltura intensiva. “L’uso di fitofarmaci e pesticidi nelle coltivazioni intensive è uno dei principali fattori che contribuiscono al disequilibrio ambientale,” afferma Servi. Le pratiche agricole moderne, spesso mirate ad aumentare la resa in tempi brevi, rischiano di compromettere non solo la salute delle api, ma anche quella dell’ecosistema nel suo complesso. La produzione sostenibile, invece, punta a un equilibrio di lungo termine che tuteli sia l’ambiente che la qualità dei prodotti.

Il supporto delle istituzioni: ancora molto da fare

Alla domanda sul supporto da parte delle istituzioni, Viola Servi risponde con un sorriso, evidenziando un rapporto ambivalente. Pur riconoscendo che le intenzioni delle istituzioni, sia italiane che europee, sembrano positive, molte delle leggi proposte si rivelano spesso controproducenti per il settore biologico. Come presidente di uno dei distretti biologici dell’Emilia Romagna, Servi è coinvolta nel dialogo con le istituzioni, ma sottolinea la necessità di un maggiore impegno da parte dello Stato e dell’Unione Europea per sostenere l’apicoltura e l’agricoltura sostenibile in modo efficace.

Consigli per i giovani apicoltori: guardare al lungo termine

Nonostante le difficoltà, Viola Servi incoraggia chiunque sia interessato all’apicoltura a non farsi sedurre dalle promesse di un’agricoltura intensiva orientata al profitto immediato. “Il biologico offre un tipo di profitto diverso, più costante e sostenibile nel tempo, che beneficia non solo l’azienda, ma l’intero ecosistema e la comunità,” afferma. La sostenibilità, per Servi, non riguarda solo la vendita di un prodotto a un prezzo maggiore, ma la creazione di un sistema in cui tutti possiamo trarre vantaggio in futuro.

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