Di Fabio Cortese
Durante il Forum sulle Biotecnologie a Bologna, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la Dott.ssa Morena Diazzi, Direttrice Generale della Regione Emilia-Romagna per la conoscenza, la ricerca, il lavoro e le imprese. In questa occasione, ha evidenziato il ruolo cruciale della bioeconomia nello sviluppo sostenibile e l’importanza della collaborazione tra pubblico, privato e mondo accademico.
L’impegno dell’Emilia-Romagna nella bioeconomia
La Dott.ssa Diazzi ha sottolineato come la bioeconomia rappresenti uno dei pilastri fondamentali per il futuro sostenibile della Regione. Con circa 14.000 imprese coinvolte e 7.000 progetti già finanziati, la Regione si conferma un polo di eccellenza a livello europeo. La bioeconomia include settori strategici come l’agricoltura, l’energia green e l’economia circolare, con un forte impatto su vari ambiti, dalla cosmesi alla farmaceutica, fino al packaging sostenibile.
La Regione ha messo in atto politiche concrete per sostenere questo settore, con l’obiettivo di connettere le risorse naturali con le innovazioni tecnologiche. Tra i progetti di punta, spiccano le iniziative legate al biometano e alla valorizzazione delle risorse marine, che mirano a produrre energie sostenibili.
La ricerca e l’innovazione al centro
Un altro aspetto centrale del discorso della Dott.ssa Diazzi è stato il ruolo chiave della ricerca e dell’innovazione. Emilia-Romagna ha raggiunto il 2,4% del PIL regionale investito in ricerca, un risultato che la pone al primo posto in Italia. Le collaborazioni tra università, laboratori e imprese sono fondamentali per sviluppare soluzioni innovative. Il focus regionale non è solo sulle grandi aziende, ma anche sui piccoli coltivatori e sulle startup, grazie a una forte sinergia tra i diversi attori del settore.
In particolare, la Regione ha approvato la Legge 2 del 2023 per attrarre talenti e sostenere la formazione avanzata, con finanziamenti dedicati a dottorati di ricerca nel settore della bioeconomia.
La sfida della sostenibilità e il ruolo dell’Europa
Secondo la Dott.ssa Diazzi, uno dei problemi principali che l’Europa deve affrontare è la frammentazione delle attività di ricerca e impresa. A questo proposito, ha evidenziato la necessità di una maggiore connessione tra i vari paesi e settori per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
L’Emilia-Romagna sta attivamente partecipando al programma europeo STEP, che mira a sviluppare tecnologie nel campo delle deep tech, clean tech e biotecnologie. Con un budget regionale di 65 milioni di euro, la Regione punta a finanziare sia attività di ricerca sia investimenti industriali, coinvolgendo anche le grandi imprese.
Economia circolare e innovazione agricola
Il settore agricolo, da sempre fondamentale per l’Emilia-Romagna, sta vivendo una vera e propria trasformazione grazie all’adozione di pratiche di economia circolare. Le imprese agricole e quelle della trasformazione stanno collaborando per ridurre gli scarti e rendere i processi più sostenibili, utilizzando materie prime naturali e tecnologie avanzate.
La Dott.ssa Diazzi ha sottolineato anche l’importanza della cooperazione tra grandi e piccole imprese agricole, evidenziando come l’Unione Europea stia promuovendo politiche di sostegno per questi settori. I giovani imprenditori, sempre più orientati alla sostenibilità, trovano in questo contesto un terreno fertile per sviluppare nuove attività.
Il futuro della bioeconomia e le sfide globali
Infine, la Dott.ssa Diazzi ha espresso preoccupazione per il Green Deal europeo e i suoi possibili ridimensionamenti, sottolineando la necessità di una finanza eccezionale e di tecnologie pronte per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità. La regione Emilia-Romagna sta lavorando su soluzioni innovative come l’idrogeno, ma i costi ancora elevati rappresentano una sfida.