Circularity Gap Report 2024

Su CommCode23 Radio, ci troviamo spesso a dover rispondere alla stessa domanda: cos’è l’economia circolare? Mettiamola giù semplice, allora: economia circolare significa trasformare il modello economico lineare tradizionale esistente di ‘prendere, produrre, smaltire’ in un sistema in cui le risorse vengono invece continuamente riutilizzate, riciclate e riproposte.
Sebbene si tratta di concetto sempre più diffuso, mettere in pratica i principi dell’economia circolare è ancora difficile, perché richiede un cambio di paradigma epocale, non solo nelle strategie e nelle strutture, ma anche in tutto il resto: processi, sistemi, capitale umano, linguaggio e cultura.
A testimoniare di queste difficoltà arriva proprio in questi giorni il “Circularity Gap Report 2024”, che la “Circle Economy Foundation” ha pubblicato in collaborazione con Deloitte, la nota azienda di servizi di consulenza e revisione. Il rapporto evidenzia con la chiarezza propria dei numeri come il tasso di circolarità globale stia attualmente scendendo dal 9,1% al 7,2%. In altre parole, a fronte di una dilatazione della visibilità delle tematiche afferenti l’economia circolare, questa vede ridurre le sua incidenza percentuale sull’intero sistema mondiale.
Il “Circularity Gap Report 2024”, nel drammaticamente denunciare lo stato di salute del pianeta, individua nell’economia circolare l’ineludibile traccia da perseguire per un irrinviabile cambio di rotta. Occorre passare subito all’azione, perché è tempo di fatti e non di chiacchiere.
La finanza, il lavoro e le competenze possono guidare i processi sostenibili in un mondo dove le nazioni più ricche non possono più usare il progresso come scusa per un consumo materiale illimitato.
Passare dalla teoria all’azione significa anche affrontare le cause profonde degli impatti lineari e nello stesso tempo liberarsi da pratiche economiche imperfette, ormai palesemente divoratrici delle risorse sociali e ambientali, cambiando in definitiva le regole a favore delle pratiche circolari. Ma c’è di più : per garantire che la transizione verso un’economia circolare sia giusta ed equa, occorre che le soluzioni circolari siano progettate pensando alle popolazioni più vulnerabili del mondo e attenzione … non si parla solo di geografia.
Interessante il passaggio che il report dedica alle differenti velocità della transizione, che va necessariamente modulata sulle differenti economie nazionali. Allora ecco che mentre le nazioni più ricche vanno ad adeguare le loro normative nei settori dell’edilizia e della produzione, ad esempio fissando standard per la durabilità dei prodotti, i paesi a basso reddito possono dare il via libera a politiche circolari nell’agricoltura e nella stessa edilizia. Anche in quest’ultimo caso lo studio svolge lcuni suggerimenti, ad esempio quello di offrire più tutele per i diritti dei piccoli agricoltori che si misurano con colture rigenerative e biologiche e quello di incentivare l’uso di materiali locali, organici e secondari nelle costruzioni.
Lucida l’analisi del report sul tema del lavoro, che passa per forza di cose nella riduzione del divario di manodopera e competenze. Ciò significa che i programmi di studio, soprattutto per l’istruzione professionale, dovrebbero includere discipline e competenze verdi. I corsi a breve termine potrebbero essere una soluzione per soddisfare la domanda immediata e crescente di lavori verdi, dai tecnici delle energie rinnovabili agli specialisti delle riparazioni.
Il Circularity Gap Report 2024 si chiude con alcune confortanti note di speranza, perché fa espressa menzione di alcune esperienze di economia circolare che vanno già realizzandosi. In Germania, un ex sito industriale di Amburgo è stato trasformato in una città inclusiva nella città. In Brasile, la CocoaAction utilizza l’agricoltura rigenerativa per dare potere ai piccoli coltivatori di cacao. Sono solo degli esempi, ma testimoniano come l’economia circolare non è un progetto visionario destinato ad arenarsi sulle inconcludenti secche dell’utopia. Diciamola tutta, per intero. Il futuro dell’umanità dovrà essere accompagnato dall’economia circolare o, con tragica evidenza, l’umanità non avrà futuro.

m.zampetti@commcode23.com

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